La transizione ecologica costituisce il tema centrale del dibattito politico mondiale.

Per transizione ecologica si intende attuare un processo di trasformazione partendo da un sistema produttivo intensivo ed altamente inquinante ad un modello sostenibile che impiega risorse rinnovabili.

Qual è l’obiettivo della transizione ecologica?

Realizzare un sostanziale cambiamento che porti ad un rilancio dell’economia e dei settori produttivi nella piena tutela dell’ambiente è l’obiettivo della transizione ecologica.

Ciò permetterà di contrastare in maniera efficace l’emergenza climatica, diminuirà la dipendenza dai combustibili fossili, quindi dalle risorse energetiche non rinnovabili e ridisegnerà le abitudini di tutti i cittadini.

In Italia con il Decreto legge “Ministeri” il 26 febbraio 2021 è nato ufficialmente il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), il cui primo ministro è Roberto Cingolani, fisico e accademico italiano. Egli ha sostituito il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Si tratta di un Ministero che si occuperà delle risorse, le quali garantiranno la tutela del territorio, dell’ambiente, del mare e delle politiche energetiche. Esse sono:

  • il bilancio e la strategia energetica nazionale;
  • le infrastrutture energetiche;
  • la promozione delle energie rinnovabili;
  • lo smantellamento di impianti nucleari dismessi;
  • la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra;
  • il mercato del gas italiano;
  • lo stoccaggio del gas naturale;
  • l’estrazione degli idrocarburi:
  • il mercato e gli impianti petroliferi.

Le strategie per attuare la transizione ecologica in Italia

In attesa della versione finale del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) il Ministro Roberto Cingolani ha specificato quelle che saranno le aree del suo programma, in cui ricadranno gli interventi per garantire la transizione ecologica:

  • programmi sull’ambiente, sia nazionali che internazionali;
  • azioni per contrastare i cambiamenti climatici;
  • interventi su trasporti ed infrastrutture;
  • la riduzione dell’inquinamento causato dalle abitazioni;
  • l’inquinamento chimico;
  • il ciclo dei rifiuti;
  • l’utilizzo delle risorse naturali ed il recupero dei materiali;
  • il cibo e la biodiversità.

Interconnessa alla transizione ecologica sarà la transizione energetica, che attraverso il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) e la conseguente produzione del 70% di energia da fonti rinnovabili, dovrà portare l’Italia a raggiungere gli obiettivi della Commissione Europea sulla riduzione delle emissioni di CO2.

Le macroaree della transizione ecologica, per le quali sono stati stanziati ben 69,8 miliardi di euro sono 4:

  1. Agricoltura sostenibile ed economia circolare.
  2. Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile.
  3. Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
  4. Tutela del territorio e della risorsa idrica.

Transizione Ecologica e futuro per i Green Jobs

I Green Jobs sono impieghi che mirano a salvaguardare la Terra ed il suo benessere, cercando di sostenere lo sviluppo umano senza però impattare in modo negativo sull’ambiente circostante.

La maggiore attenzione a questi elementi ha portato ad una crescente richiesta di occupati nel settore, portando così molti giovani a rivolgere l’attenzione a questi settori.

I Green Jobs sono quindi tra i lavori del futuro, un settore su cui puntare, dal momento che si stima che, tra il 2019 e il 2023, la domanda per alcune figure crescerà sempre di più.

Ma quali sono i Green Jobs su cui puntare?

Il Green è una tendenza che coniuga consumatori, aziende, governi e tutti i servizi correlati, fornendo un’espansiva piattaforma di crescita.

Agricoltura biologica, silvicoltura sostenibile, turismo ecologico sono solo alcuni esempi dei settori creati da queste nuove opportunità espansive, oltre al comparto principe rappresentato dall’industria dell’energia rinnovabile. Tutto questo sta dando il via ad una generale riconversione degli standard produttivi.

Anche in Italia il mercato del lavoro si sta pian piano aprendo alle nuove tendenze. Dopo l’incremento dei posti di lavoro nel settore informatico, anche la Green Economy attrae le aziende.

Le professioni del futuro saranno quindi quelle legate al risparmio energetico, alla riforestazione delle aree non urbane e alla Green Economy più in generale.

I Green Jobs più ricercati per i prossimi anni saranno nei seguenti ambiti:

  • installazioni di pannelli fotovoltaici;
  • marketing green;
  • chimica green;
  • gestione e risparmio dell’energia;

Per Green Jobs si intendono tutte le professioni che ruotano intorno all’ambiente, alla sostenibilità, all’economia circolare e al marketing ambientale.

Tecnici dei pannelli solari, esperti di energia sostenibile e marketers ambientali sono solo alcune delle possibili declinazioni che si avranno in questo ambito.

Le altre figure professionali più richieste 

Ad essere molto ricercate saranno anche le figure di project manager esperti nel settore green, figure gestionali legate ai prodotti finanziari green, come ad esempio i Green Bond, project finance verdi come anche impiantisti per pannelli fotovoltaici.

Le aziende cercheranno sempre più figure di questo tipo per riuscire ad adeguarsi ai tempi e per non perdere le opportunità che il mercato, in forte crescita, sembra offrirà.

Altri comparti produttivi in cui trovare opportunità nella green economy

Altri comparti produttivi che più di altri possono beneficiare delle opportunità della green economy, sono i settori dell’edilizia sostenibile e delle forniture di tecnologie a basso impatto ambientale.

La tendenza mostra una rapida diffusione anche in altri settori. La green economy può rappresentare infatti un’opportunità strategica ad elevata potenzialità occupazionale, soprattutto nei territori ad alta valenza culturale ed ambientale in cui lo sviluppo economico deve essere coniugato con la possibilità di avere maggiore e migliore occupazione.